Materiale librario e archivistico, manufatti cartacei e pergamenacei, materiale fotografico, cinematografico e digitale.
A partire dal 2004, la formazione dei restauratori di beni culturali in Italia è stata profondamente innovata dalla legislazione nazionale. Un complesso organico di norme ha progressivamente definito i profili di competenza dei restauratori e i livelli di qualità cui si adegua l’insegnamento del restauro. Le istituzioni formative, siano esse pubbliche o private, devono oggi sottostare ad una precisa procedura di accreditamento e di vigilanza dimostrando il rispetto di specifici criteri di qualità sulla didattica, l’organizzazione interna, l’assetto dei corsi e le dotazioni dei laboratori.
La Scuola è oggi accreditata all’organizzazione di corsi quinquennali a ciclo unico in Conservazione e restauro dei beni culturali secondo il percorso formativo professionalizzante n. 5: materiale librario e archivistico, manufatti cartacei e pergamenacei, materiale fotografico, cinematografico e digitale. Essa si trova quindi al più alto livello previsto dall’ordinamento italiano assieme ad un ristretto numero di istituzioni formative accreditate, tra cui università pubbliche e private, accademie di belle arti e gli istituti dipendenti del Ministero per i beni e le attività culturali.
Gli obiettivi qualificanti della formazione – anch’essi stabiliti per legge - prevedono che il restauratore debba possedere le basi storiche, scientifiche e tecniche necessarie all’esercizio della professione e avere allo stesso tempo una solida preparazione pratica. Fra le principali competenze previste vanno ricordate la capacità di valutare criticamente i dati relativi alla tecnica e allo stato di conservazione, quella di intervenire nelle situazioni di emergenza come pure la capacità di collaborare con le figure professionali specifiche del settore e di comunicare con chiarezza i risultati dell’attività svolta. Non meno importanti la conoscenza dei principi deontologici e delle ragioni etiche che sottendono alle scelte operative e la consapevolezza degli orientamenti più aggiornati.
Si tratta di capacità ad alto livello che presuppongono un percorso formativo lungo e complesso. Il corso è così articolato in 320 crediti formativi su cinque anni, con una selettiva prova di ammissione, per un carico di lavoro totale pari ad oltre 8000 ore tra lezioni, attività di laboratorio, studio individuale e preparazione della prova finale. Tutti gli insegnamenti - alcuni su annualità consecutive - prevedono un controllo costante dei risultati di apprendimento sotto forma di prova scritta, esame orale, redazione di un progetto o verifica del lavoro svolto in laboratorio.
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Nell’ambito delle discipline di base vengono insegnati i principi generali delle scienze sperimentali e delle discipline storiche e storico-artistiche, in modo da permettere all’allievo di contestualizzare adeguatamente i beni su cui sta lavorando e di acquisire i fondamenti teorici e metodologici che devono guidare le sue scelte operative.
Le attività formative caratterizzanti conducono l’allievo gradualmente dal generale al particolare, introducendo approfondimenti specifici, anche in relazione al percorso formativo: vengono affrontate le analisi diagnostiche, le interazioni tra beni culturali e ambiente, le caratteristiche dei materiali costitutivi, le cause del degrado; sono estesamente studiate anche le varie tecniche di esecuzione dei manufatti, descritti i vari procedimenti artistici, analizzata la realizzazione di un’opera a partire dai singoli elementi costitutivi.
La formazione giuridica, economica e gestionale prepara gli allievi alla loro futura attività lavorativa, mentre nelle discipline tecniche del restauro ricade tutta l’attività tecnico-pratica. Quest’ultima deve sottostare ad una serie di indicazioni molto stringenti, così come previsto dai requisiti per l’accreditamento: l’attività in laboratorio deve comprendere tra 50% e il 65% del carico di lavoro; vanno utilizzati solo beni culturali propriamente detti (escludendo quindi copie o fac-simili); va osservato un rapporto di allievi per docente non superiore a cinque per garantire la massima efficacia dell’apprendimento ed infine tutte le attrezzature e le dotazioni tecniche deve rispettare dettagliate prescrizioni.
Le lezioni del corso, conclusosi nel marzo 2013 con gli esami finali, sono state tenute da oltre settanta specialisti provenienti da Italia, Inghilterra, Irlanda, Australia, Francia, Svizzera, Germania e Slovenia. Parte delle lezioni proposte dai docenti stranieri si sono svolte direttamente in inglese. I docenti italiani, in particolare, provenivano dalle seguenti istituzioni:
Università degli studi
- Cassino
- Macerata
- Padova
- Roma
- Siena
- Trieste
- Udine
- Venezia
- Viterbo
Ministero per i beni e le attività culturali
- Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro
- Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario di Roma
- Opificio delle Pietre Dure di Firenze
- Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
- Istituto Nazionale per la Grafica
- Soprintendenze archivistiche
- Archivi di Stato Ministero di grazia e giustizia
Regioni
- Valle d’Aosta
- Piemonte
Altri enti
- ICCROM - International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property
- Archivio Segreto Vaticano
- Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze
- Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
- Sincrotrone Trieste
Tutti gli insegnanti, ed i particolare quelli di restauro, devono possedere requisiti molto specifici che prendono in esame sia la formazione che l’esperienza professionale accumulata. La presenza a Passariano di specialisti di primo piano ha inoltre permesso di organizzare conferenze, seminari ed esercitazioni tecnico-pratiche aperte al pubblico, ad esempio sulla prevenzione delle infestazioni, sulla difesa dai furti o sul primo trattamento del materiale bagnato.
Oltre trenta convenzioni hanno reso possibili visite, seminari, stages e tirocini in Italia e all’estero. Sono state esperienze importanti che hanno permesso agli allievi di arricchire e sviluppare le proprie conoscenze in reali contesti applicativi lavorando nelle più qualificate istituzioni nel campo della conservazione e del restauro. All’estero, in particolare, gli stages si sono svolti presso i seguenti istituti:
Francia
- Bibliothèque Nationale de France - Parigi
- Institut National du Patrimoine - Saint Denis la Plaine
Germania
- Württembergische Landesbibliothek di Stoccarda
Inghilterra
- National Archives of Scotland - Edimburgo
- University of Ulster - Londonderry
- Leather Conservation Centre - Northampton
Irlanda
- Chester Beatty Library - Dublino
- National Gallery of Ireland - Dublino Olanda
- Nationaal Archief - Den Haag
Portogallo
- Instituto dos Museus e da Conservação - Lisbona
Spagna
- Instituto del Patrimonio Cultural de España - Madrid
Stati Uniti
- Columbia University Libraries - New York
- Harvard University Library. Weissman Preservation Center - Cambridge (MA)
Il corso ha inoltre visto la collaborazione del DAMS di Gorizia con i suoi laboratori di restauro del cinema e del CRAF - Centro Ricerca e Archiviazione della Fotografia di Spilimbergo, il quale ha messo a disposizione una vasta casistica di fotografie scelte tra la sua importante raccolta.
Numerose sono state le forme di raccordo con il territorio. Più di 200 beni culturali sono stati messi a disposizione da istituzioni pubbliche della regione, le quali hanno potuto così beneficiare di interventi eseguiti a titolo gratuito su libri, materiale d’archivio, disegni, stampe, fotografie storiche, film ecc. con evidenti ricadute positive per la collettività.
L’esame finale (sessione del 21,22,23 marzo 2013) è costituito dalla presentazione di un intervento diretto su un bene culturale realizzato sotto la guida di uno o più docenti e dalla successiva discussione di un elaborato scientifico sotto forma di dissertazione accademica, in cui sono analizzati gli aspetti storici, artistici, costitutivi, le indagini diagnostiche e scientifiche preliminari, la progettazione dell’intervento, la sua esecuzione e la valutazione dei risultati ottenuti. La discussione ha avuto luogo davanti una commissione giudicatrice in cui siedono come membri esterni due restauratori in rappresentanza del Ministero per i beni e le attività culturali e due docenti universitari designati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Gli allievi di Passariano sono oggi i primi restauratori in Italia di libri, manoscritti, documenti d’archivio, pergamene, incisioni, disegni, fotografie, materiale cinematografico e digitale a diplomarsi sulla base della nuova normativa nazionale. L’esame finale ha valore di esame di Stato, abilitante alla professione: il suo superamento dà luogo all'inserimento in un apposito elenco tenuto dal Ministero per i beni e le attività culturali e consente di eseguire in via esclusiva gli interventi di manutenzione e restauro. Il Diploma in Conservazione e restauro dei beni culturali rilasciato è equiparato al diploma di laurea magistrale quinquennale a ciclo unico classe LMR/02.
Data pubblicazione 21/01/2016